Mi chiamo Joseph Blane. Sono un mormone. Sono vergine. Ho il controllo totale sui miei impulsi sessuali e obbedisco alla Legge di Castità. Nessuna donna è in grado di farmi cedere. Tranne Judith.
Per lei provo un’infinità di cose sbagliate. E quando si presenta al mio stesso campus universitario il mio autocontrollo vacilla.
Per lei ho smesso di combattere. Per lei ho ripreso e adesso sono Sinner, il lottatore più acclamato nei combattimenti clandestini dell’Arena. L’idolo che le donne desiderano nel loro letto. Ma è per Judith che io distruggo i miei avversari dentro la gabbia e lotto contro me stesso e ciò che voglio. Lei.
Judith mi tenta.
Mi provoca.
Siamo lei e io. In una città in cui nessuno sa chi o cosa siamo l’uno per l’altra.
Judith si stabilisce nel mio appartamento e io non devo cadere nella lussuria.
Violare la Legge di Castità è un peccato estremamente grave.
E io non devo farlo.
Ma soprattutto: non devo farlo con lei.
ESTRATTO
«Non sopporto che lui ti tocchi» le dico, poi mi correggo. «Non sopporto che nessuno ti tocchi.» L’odio che provo per tutto questo gronda dalla mia voce. «Ma più di tutto non sopporto non poterti toccare io.» Il dolore mi dilania il petto. Deglutisco ma non scompare, aumenta.
Judith mi accarezza un braccio, e il suo gesto non fa che peggiorare le cose, così come quello che dice. «Ma tu puoi toccarmi.» La sua affermazione sembra una supplica. La voce che trema è un pugnale dritto nel cuore. Judith cattura le mie mani e se le porta sui fianchi. E, solo per un meraviglioso attimo, mi perdo nella sensazione del suo abito sotto le dita, nell’odore dei suoi capelli, nelle sue curve e nelle sue parole. Io posso toccarla… Ma poi torno in me e sbatto i pugni contro il muro, ai lati della sua testa. «No che non posso» ribatto perentorio.